Indirizzo: Albugnano, loc. Vezzolano, , Chiesa di Santa Maria
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Monastero Benedettino immerso in una verde vallata, è sicuramente la più pregevole testimonianza di arte romanico-gotica in Piemonte.
Nella foresteria è allestita la mostra La Materia e l’Invenzione Scultura Romanica nel Monferrato (da marzo a novembre: sab e dom, nei mesi invernali aperta per gruppi su prenotazione).
Secondo una leggenda la fondazione della chiesa risalirebbe a Carlo Magno; secondo la versione più attendibile, l’imperatore nell’anno 773 stava cacciando nella selva di Vezzolano, quando improvvisamente gli sarebbero apparsi tre scheletri usciti da una tomba, provocandogli un notevole spavento. Aiutato da un eremita e invitato a pregare Maria Vergine, egli volle edificare nel luogo dell’apparizione una chiesa abbaziale.
Secondo una ricostruzione storica si può pensare che fosse già esistente in epoca longobarda e che sia stata successivamente ingrandita godendo sempre di più di fama e ricchezza.
Nel X secolo l’abbazia venne distrutta dai Saraceni, ricostruita e nel 1002 donata da Arduino re d’Italia a Oddone di Bruzolo che la diede in eredità ai suoi discendenti i quali la cedettero nel 1095 al preposto di Vezzolano. L’abbazia venne abitata da religiosi fino agli inizi dell’Ottocento, durante la dominazione napoleonica.
Attualmente l’abbazia è composta da una chiesa con il campanile, il chiostro e la sala capitolare a rappresentare l’alternarsi di alcuni momenti stilistici fra il gotico ed il romanico.
La pietra arenaria ed il mattone vengono qui utilizzati per marcare lo stile architettonico dell’abbazia, fondato sulla bicromia a fasce alternate.
L’edificazione della chiesa venne terminata nel 1189, subendo successivamente alcuni interventi di sostanziale ristrutturazione soprattutto in epoca gotica. La facciata inizialmente aveva tre portali, solo due ancora visibili, è tipicamente romanica e offre alla visione nella parte superiore un paramento in cotto alternato a fasce orizzontali in pietra.
Presenta tre ordini di gallerie cieche, meno quella centrale, interrotta da una bifora, con piccole colonnine, e ricorda i motivi architettonici pisani e lucchesi. Ora è di fatto scomparsa e quella sinistra è murata, ma porta ancora una bella lunetta decorata.
Il portale principale è molto ricco, con piccoli pilastri quadrati decorati con motivi vegetali e geometrici come pure i capitelli: la lunetta raffigura la Vergine in trono con ai lati due angeli. La facciata è ornata da tre ordini di piccole colonne, con al centro una grande bifora, pregevole composizione che ruota attorno alla figura del Cristo e affiancato da due arcangeli: Michele e Raffaele, armati rispettivamente di lancia e spada. Sopra la bifora si trova un originale pronao nel quale sono posti due angeli con un cero in mano alternati a tre medaglioni orientaleggianti in ceramica policroma. Sopra ancora si trovano due serafini su una ruota e al culmine è collocato in una nicchia il busto di Cristo benedicente.
Il campanile in stile romanico con archetti, è stato rimaneggiato nella parte superiore e si trova nella parte più in alto a sinistra dell’abbazia, il cui interno è di forme romanico-gotiche con influssi francesi. Attualmente è ridotta a solo due navate, in quanto la parte destra venne incamerata nel chiostro: così pure rimangono solo due absidi, dato che quello destro ha lasciato spazio alla sala capitolare.
Le volte sono ad archi acuti costolonati e la navata centrale è divisa da un intramezzo finemente decorato sul modello dello jubé tipico di tante chiese francesi. Questo edificio poggia su cinque archi a sesto acuto ed è instoriato con due ordini sovrapposti di decorazioni scultoree policrome: nella parte inferiore è rappresentata una serie di patriarchi, mentre in quella superiore si possono osservare episodi della vita di Maria: Deposizione, Assunzione, Trionfo in Cielo, di scuola borgognana della fine del XII secolo.
L’altare maggiore porta in un tabernacolo,un pregevole trittico in terracotta colorata risalente alla metà del XV secolo, mentre dietro, sui lati della finestra centrale si possono osservare due bassorilievi romanici, di notevole fattura, in pietra rappresentati l’Arcangelo Gabriele e la Madonna. In fondo alla navata destra si apre una porta di collegamento con il piccolo chiostro molto grazioso, con portici di diversa impostazione architettonica: nell’ingresso si può vedere una lunetta con affresco in stile gotico rappresentate la Vergine in trono affiancata da due angeli.
Proseguendo si notano una serie di affreschi di notevole interesse: fra essi si possono notare Cristo fra i simboli degli Evangelisti, L’adorazione dei magi con un devoto presentato da un angelo, un Defunto in toga rossa disteso , e il Contrasto dei tre vivi e dei tre morti. Nell’ultimo affresco probabilmente si è voluta rappresentare la leggenda di Carlo Magno e degli scheletri fuoriusciti dal sepolcro.
Altri affreschi, rimasti solo in parte, rappresentano la Crocefissione e probabilmente una versione diversa della leggenda carolingia. Nel loro insieme questi dipinti oggetto nei primi anni novanta di un restauro, rappresentano uno dei più interessanti cicli pittorici del Trecento piemontese.
Il lato seguente del chiostro è costituito da arcate ogivali edificate su pilastri cilindrici, alternati a piccole colonne, mentre quello successivo presenta un numero inferiore di arcate che poggiano su pilastri poligonali e nell’ultimo appaiono invece contrapposizioni stilistiche fra pilastri poligonali e bifore romaniche.
Nell’angolo adiacente all’ingresso del chiostro si accede alla sala capitolare con una porta fiancheggiata da due bifore: nella sala è stata allestita una mostra fotografica permamente, destinata ad illustrare la ricca tipologia delle chiese romaniche delle campagne astigiane.
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