Il Roero (Roé in piemontese) è nella parte nord-orientale della provincia di Cuneo, sulla sinistra idrografica del fiume Tanaro, al confine con le Langhe.

La zona del Roero è prevalentemente collinare ed è coltivata principalmente a frutteto e a vigneto. Infatti è un grappolo di colline che, partendo dalla suggestiva frattura delle rocche, in un continuo saliscendi, arrivano a lambire il Tanaro, fronteggiando orgogliosamente le sorelle colline di Langa con una serie di stupendi castelli e con superbi vigneti. Variegato è il paesaggio che, in rapida sequenza, alterna la selvaggia bellezza delle rocche agli ordinatissimi versanti collinari della vite, le ombre dei secolari castagneti alle leggiadre fioriture dei frutteti.

Le Rocche del Roero, sulle quali è stato costruito un castello oppure è sorto un paese, costituiscono una caratteristica peculiare del paesaggio. Il mito vuole che le abbia scavate Belzebù in persona, in una sola infernale notte di lavoro. In effetti, l’aspetto labirintico e selvaggio delle rocche alimenta e giustifica suggestioni e leggende. In realtà, si tratta di un interessantissimo fenomeno di erosione, eden per naturalisti, geologi e amanti del trekking con angoli di rara spettacolarità. La loro incontaminata natura offre interessanti contributi di genuinità alla cucina del Roero, portando in tavola una grande varietà di erbe spontanee, germogli, spugnole e profumatissimi tartufi. Si racconta che alcuni castellani e feudatari delle terre poste alla confluenza tra Tanaro e Stura, desiderosi di sottrarsi alla soffocante presenza dei tiranni di turno, avessero deliberato di erigere una potente roccaforte. Per renderla inespugnabile e degna della provocazione, occorreva però rimodellare ed innalzare il territorio e, di fronte ad un così gravoso progetto, già si faceva strada la rassegnazione, quando dalle acque del Tanaro emerse Belzebù, chiamato in causa dall’improvvido sfogo di uno dei presenti. Pattuita l’ovvia contropartita in anime, Belzebù si mise al lavoro. Con un cesto ed una vanga grandi come non se ne erano mai visti, si avviò verso le colline di Pocapaglia, dove scavò con palate gigantesche. In una notte di infernale lavoro e di indiavolato viavai, Belzebù costruì l’erta di Cherasco e le rocche di Pocapaglia e del Roero.

Al pari di Langhe e Monferrato, è noto in ambito eno-gastronomico, per i vini, e culturale, per i tanti castelli e antichi borghi che costellano il suo piccolo territorio.

Il Roero è assai noto per la produzione di vini di alta qualità tra i quali:

  • Roero
  • Roero Arneis
  • Roero Arneis spumante
  • Roero superiore

Area già abitata in epoca romana, per le fiorenti viticulture qui impiantate, il Roero è però terra spartita tra le diverse fazioni operanti in Piemonte nel Medioevo.

Gli Aleramici, che in queste terre si scontravano con le truppe di Asti ed Alessandria, possedevano alcuni castelli sparsi sulle rocche. Anche il ramo aleramico dei marchesi di Saluzzo aveva degli avamposti nella zona.
La storia del Roero si collega con la storia delle Casane astigiane che dominarono su queste rocche e imposero il loro nome a questo territorio. All’interno di queste casane, particolare influenza ebbe la famiglia che ha dato il nome alla zona, la famiglia dei Roero.

I centri principali del Roero sono: Bra (considerata la capitale storica del Roero), Sommariva del Bosco (“Porta del Roero”) e Canale.

23 comuni che compongono il Roero:
Baldissero d’Alba, Bra, Canale, Castagnito, Castellinaldo, Ceresole d’Alba, Corneliano d’Alba, Govone, Guarene, Magliano Alfieri, Montà, Montaldo Roero, Monteu Roero, Monticello d’Alba, Piobesi d’Alba, 
Pocapaglia, Priocca, Sanfrè, Santa Vittoria d’Alba, Santo Stefano Roero, Sommariva del Bosco, Sommariva Perno, Vezza d’Alba

I.A.T. ROERO, Enoteca Regionale del Roero
via Roma 57, Canale (CN)
Tel +39 0173.97.82.28

Lunedi/Venerdi: 9,30 – 12,30 e 15.30 – 19; Sabato: 9,30 – 12,30 e 14 – 18; Domenica: 9,30 – 14,30

www.roeroturismo.it