A 14 km da Asti, 20 da Casale e 25 da Alessandria
Colli ariosi e verdeggianti da cui si possono ammirare tutte le cime più belle delle Alpi, dal Monviso al Monte Rosa, dal Cervino al Monte Bianco, incorniciano il paese.
Il nome richiama i boschi di castagni, che un tempo ricoprivano le colline del suo territorio e che oggi sono stati sostituiti da immensi vigneti. Il centro abitato di Castagnole è un grazioso borgo, con scorci caratteristici e abitazioni antiche, molte delle quali risalenti al Quattrocento, raccolte attorno ai luoghi di culto.
La chiesa parrocchiale dedicata a San Martino formava una vicaria comprendente anche le chiese di S. Eufemia e di S. Margherita. Nel secolo XVI le chiese in Castagnole risultavano, oltre la parrocchiale, Santa Maria in castro accudita in età medioevale dai Dòmini loci, l’oratorio di San Michele e quello dell’Annunziata, la cappella della Vergine sul bricco. Nel 1714 fu decisa la costruzione della chiesa di San Martino sul vetusto e medioevale edificio pericolante. Ma la pratica si trascinò, tra varie vicende, fino al 1756: a poco a poco la nuova chiesa prese forma con il relativo campanile talché oggi si presenta in pregevole stile barocco a tre navate con cappelle laterali decorate da tre tele del Moncalvo. Notevole la statua lignea di Santa Margherita e una scultura in legno che rappresenta L’ultima Cena, lavoro pregevole eseguito a Roma nel convento di Santa Maria. E le due acquasantiere rinascimentali, collocate nel pronao, datate 1589 con lo stemma della Comunità, delle quali si è già scritto.
La chiesa dell’ Annunziata sorge contrapposta alla parrocchiale, in bel barocco piemontese con il portale intagliato, ma la cui fiancata destra è coperta dal blocco moderno un poco stridente della casa municipale.
La cappella di San Rocco risale al Seicento e custodisce un’espressiva statua lignea del santo: ora è dedicata alla Madonna di Fatima.
E’ possibile seguire lo snodarsi della cinta muraria, in alcuni punti tuttora solida nella propria arcaica struttura, che fascia, protendendosi con speroni e contrafforti, il ripido balzo del terreno. Rimangono di un’antica fortezza di frontiera, ultima rocca monferrina contro le bramosie astigiane e sabaude, alcuni avanzi con arcate trecentesche in cotto e tufo, con massicci muri maestri.
Una torretta incorporata in abitazione privata, un muro, un frammento di baluardo testimoniano quanto il tempo e gli uomini hanno purtroppo cancellato o alterato dell’antico edificio.
Un diverso capolavoro architettonico è rappresentato dalle storiche cantine scavate nel tufo, dove si possono gustare i rinomati vini locali, primo tra tutti il Ruché di Castagnole Monferrato, una Doc dalle caratteristiche uniche.
I crutin sono antiche strutture ipogee scavate nel tufo arenaceo che cotiruisce gran parte del territorio del Monferrato. L’utilizzo di tali strutture e’ stato da sempre quello di conservazione dei vini e delle derrate alimentari in quanto, scavati in profondità, consentono di avere una temperatura ed un’ umidità costante durante l’anno evitando così quegli sbalzi termici tanto dannosi al vino. Negli infernotti di alcune cantine locali si trovano statue con figure di contadini scolpite nel tufo, risalenti allo scorso secolo.
Il paese è poi famoso per la sua meridiana e per il grande torchio situato nelle cantine della “Tenuta la Mercantile”, luogo delle più importanti manifestazioni cittadine.