A 25 km da Asti e 5 km da Canelli, si sviluppa ai margini delle Langhe, in un’area in gran parte collinosa costituita da marne calcaree ed arenarie, eccezion fatta per la piana alluvionale formata dal torrente Belbo.
Santo Stefano Belbo è un mondo che conduce immancabilmente al suo passato storico, che si perde agli inizi dell’anno 1000, così come nella storia più recente, quella raccontata anche da Cesare Pavese, illustre scrittore del novecento che nacque in questo comune. A lui è dedicato il famoso Pavese Festival.
In questa zona è anche bello passeggiare, e trovandosi in un luogo prettamente collinare, i percorsi sono di media difficoltà; percorrendo il crinale delle colline si possono osservare suggestivi panorami sulla Valle Belbo e, nelle giornate senza foschia, si può vedere l’ampia cerchia delle Alpi.
La principale risorsa del paese e dei dintorni è la coltivazione della vite, in particolare del pregiatissimo Moscato d’Asti. L’uva cresce in collina su un terreno la cui conformazione geologica e l’esposizione favoriscono la maturazione dei grappoli e l’acquisizione delle tipiche proprietà organolettiche.
SS. Giacomo e Cristoforo, antica chiesa parrocchiale.
L’antica parrocchiale del luogo, dedicata ai Santi Giacomo e Cristoforo, sorgeva nella “villa” ai piedi della collina dove, accanto ai resti del castello, si staglia la torre duecentesca. Fu, fin verso la fine del ’200, sotto la cura dei canonici di Ulzio. Venne poi unita al canonicato della Cattedrale di Alba, da cui si emancipò nel 1577. Nel 1336 vi vengono ratificati gli “Statuti” della Comunità, dal Consiglio Generale che qui si era riunito. Consistenti lavori all’edificio vengono ordinati da mons. Vincenzo Marino, vescovo di Alba, che visita la chiesa nel 1576, come fa anche mons, Gerolamo Regazzoni che in particolare, nel 1577, raccomanda di chiudere con mura l’attiguo cimitero. Essa è dotata di sei altari, di cui alcuni privati. Nel 1698 viene demolito l’oratorio delle Umiliate, rovinato e semi-diroccato, che le sorgeva dinanzi. Nel 1785 la parrocchiale risulta in “stato rovinoso”, ma per vedere conclusi i lavori di ristrutturazione e la decorazione della navata centrale, occorre giungere al 1871/1872. Nel 1886 vi viene collocato un nuovo organo, opera di Francesco Vittino e, l’anno successivo viene rifatta completamente la facciata. Nel 1926 le funzioni parrocchiali vengono trasferite alla nuova chiesa del Sacro Cuore di Gesù, mentre con un’impegnativa campagna di restauro l’antica chiesa diviene – negli anni ’90 – sede della Fondazione Cesare Pavese.
San Maurizio, Monastero
Sorge sulla collina a ponente del paese, non lontano dalla strada che porta a Valdivilla. Dai primi anni del ’600 fino al 1840, qui vissero e operarono i Francescani Scalzi e i Cistercensi. Il complesso, rimaneggiato nel corso dei secoli, appartenne al conte Vittorio Incisa Beccaria. Restaurato con grande cura, è stato trasformato in un “Relais” a 5 stelle. Nel complesso edilizio è visibile l’antica cappella di S. Maurizio.
Madonna della Neve, Santuario
Si staglia sulla sommità della collina di Moncucco, a nordovest del concentrico. È dedicata a “Maria SS.ma Addolorata
e della Neve”. Da questo luogo, il 4 agosto di ogni anno, parte il segnale per l’accensione dei falò che illuminano le colline circostanti con effetti di forte suggestione.
Torre medievale
Fortemente lesionata, si erge sulla collina di S. Libera, a sudest del centro abitato. È l’unica testimonianza materiale pervenuta sino a noi, del primitivo abitato di S. Stefano Belbo e del castello che vi sorgeva. Durante le campagne di scavo condotte nel corso del 1989 ai piedi della torre, si è venuta delineando l’esistenza di un abitato tardo-romanico.