Indirizzo: Asti, Palazzo Alfieri, Corso Alfieri
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Asti, 16 gennaio 1749 – Firenze, 8 ottobre 1803. Scrittore, poeta e drammaturgo.
Precursore delle inquietudini romantiche è il maggior poeta tragico italiano del settecento.
Nacque dal conte di Cortemilia Antonio Amedeo Alfieri e dalla savoiarda Monica Maillard de Tournon (già vedova del marchese Alessandro Cacherano Crivelli). Il padre morì nel primo anno di vita di Vittorio e la madre si risposò nel 1750 con il cavaliere Carlo Giacinto Alfieri di Magliano.
Visse fino all’età di nove anni e mezzo ad Asti a Palazzo Alfieri (la residenza paterna), affidato ad un precettore, senza alcuna compagnia. Dei due fratelli che aveva, Giuseppe Maria morì dopo pochi mesi di vita e la sorella Giulia fu mandata presso il monastero astigiano di Sant’Anastasio. A dieci anni si trasferisce a Torino per studiare all’Accademia Reale. Senza terminare gli studi da avvocato, si arruola nell’esercito dove vi resta fino al 1774. Frequenti i suoi viaggi in Italia e per l’Europa, dove ampia i propri confini culturali: Milano, Napoli, Roma, Firenze, Parigi, Londra e l’Olanda, Vienna, la Finlandia, fino ad arrivare alla gelida Russia. Nel 1773 si stabilisce a Torino e, insieme ai suoi amici di gioventù, istituisce la “Societé des Sansguignon” per “banchettare e ragionare su ogni cosa”. E’ in questo periodo che Alfieri iniziò a dedicarsi allo studio della letteratura, e a scrivere “cose miste di filosofia e d’impertinenza”. La prima tragedia è Antonio e Cleopatra che, dopo pochi mesi, verrà rappresentata con successo a Palazzo Carignano. Iniziano allora i suoi “viaggi Letterari”: Firenze e Siena, che lo porteranno a leggere Niccolò Macchiavelli. Da questi nuovi stimoli nascono dall’Alfieri nuove opere letterarie: La congiura de’ Pazzi, L’Agamennone, L’Oreste e la Virginia.
Nel 1777 conosce la donna a cui rimase legato per tutto il resto della propria vita: Luisa Stolberg Contessa d’Albany. Quando la donna arriva a Roma, Alfieri dona tutti i suoi beni alla sorella Giulia riservandosi un vitalizio, e la raggiunge. La coppia si stabilisce a Villa Strozzi e il Poeta scrive le tragedie di Merope e Saul e l’Abele. Purtroppo la famiglia di lei osteggia il rapporto tra i due, per cui Alfieri decide di intraprendere un viaggio allo scopo di promuovere le proprie opere letterarie. Durante questo soggiorno, però, raccoglie molte critiche relative ai propri scritti; diverso è il riscontro che ha con il pubblico che partecipa alle sue rappresentazioni: un grande successo, ovunque e sempre. Per cercare un po’ di pace da tutti questi problemi, Alfieri e la Contessa si trasferiscono a Parigi, dove vivranno in diretta i moti rivoluzionari della Francia. L’arresto del re Luigi XVI convince i due a ritornare in Toscana, qui il poeta si dedica allo studio dei classici e scrive l’ultima sua tragedia: l’Alceste seconda. Negli ultimi anni scrive alcune commedie come I pochi,Tre veleni rimesta e La finestra. Muore nel 1803 e viene sepolto nella basilica di Santa Croce a Firenze, dove rimane lo splendido monumento funebre realizzato da Antonio Canova in suo onore. Dalle sue opere emerge chiaramente il suo amore per la libertà e il suo odio per la tirannia, esalta il libero scrittore, la virtù cittadina e l’indipendenza morale, critica aspramente la Rivoluzione Francese, ma prospetta una Italia unita e libera. Alfieri è, nelle sue riflessioni, molto vicino alla dottrina illuminista ma rimane comunque, con la sua emotività, strettamente legato al pensiero romantico. Alfieri ispira fortemente la letteratura e il pensiero italiano del XIX; scrivono di lui il Foscolo, Leopardi, mentre altri si ispirano ai suoi principi: Manzoni, Carducci e Gioberti. Molti gli uomini del Risorgimento italiano che visitarono la sua casa natale di Asti. Alfieri non dimenticherà né rinnegherà mai le sue origini piemontesi, tanto da scrivere alcuni sonetti in dialetto. Capolavoro letterario riconosciuto da tutti é la biografia che Alfieri scrive di se stesso. Pur essendone rimasto per gran parte della sua vita lontano, Asti fu sempre cara al cuore del poeta e ad essa, sei anni prima di morire, l’Alfieri dedicò un sonetto che è una specie di testamento spirituale in favore della città da lui proclamata erede del suo patrimonio ideale: “Asti antiqua città, che a me già desti la culla, e non darai (pare) la tomba; poiché destin che da te lunge io resti, abbiti almen la dottrinal mia fromba”. Scriveva al poeta astigiano Francesco Morelli: “La mia intenzione, è di far lascito dei miei scritti alla nostra città in testamento del mio dolce affetto per quel dolce terren ch’io toccai pria”. Ma quel suo desiderio non fu esaudito: i manoscritti, lasciati con tutto il resto in eredità alla contessa d’Albany, sono parte a Firenze e parte a Montpellier, portativi dal pittore Fabre, erede a sua volta, della contessa.
Soggiorno anche nel Castello degli Alfieri di Magliano: la madre aveva sposato, in terze nozze, Giacinto Alfieri di Magliano.
Fondazione centro di studi alfieriani
Palazzo Alfieri (Sede operativa: via Bonzanigo 32, Asti), tel. +39.0141.538.284
“Scopo della Fondazione ‘Centro di Studi Alfieriani’ è quello di promuovere e coordinare gli studi e le ricerche intorno alla vita e alle opere di Vittorio Alfieri, alla sua epoca ed a quelle successive comunque influenzate dal suo retaggio, ai movimenti storici, culturali e politici che a lui si riferiscono” (Articolo 1 dello Statuto).
“A tal fine la Fondazione provvede: alla edizione nazionale delle opere di Vittorio Alfieri anche con il continuo aggiornamento di essa mediante la considerazione e l’inserimento di documenti originali prima non rilevati o non conosciuti, e mediante l’apporto dei nuovi contributi della critica; ad altre edizioni anche minori per soddisfare esigenze divulgative; alla raccolta ed alla conservazione nella Casa d’Alfieri di autografi, libri, cimeli; alla conservazione ordinata delle iconografie alfieriane; alla formazione e all’aggiornamento di una biblioteca come centro di informazione per gli studiosi della vita e delle opere di Alfieri; alla pubblicazione di monografie critiche e comunque di testi ritenuti utili per la conoscenza non solo della vita e delle opere di Alfieri, ma anche degli orientamenti di pensiero in ordine ad esse; alla collaborazione in relazione a progetti di rappresentazione del Teatro Alfieriano per assicurare criteri di rigore interpretativo; alla apertura al pubblico della Casa d’Alfieri con la mostra delle edizioni delle opere, dei documenti e dei cimeli ed in genere di quanto conservato ed ordinato” (Articolo 2 dello Statuto).
BIBLIOTECA PER CONSULTAZIONE
Il patrimonio della Biblioteca ha raggiunto la consistenza di oltre 5000 unità, fra volumi, opuscoli, estratti, periodici, microfilm, relativi ad Alfieri, alla letteratura settecentesca e alla letteratura teatrale in particolare.
BIBLIOTECA ANTIQUARIA
Di notevole interesse è la sezione antiquaria della Biblioteca, che comprende testi settecenteschi e ottocenteschi rari. Attualmente, a causa dei lavori di ristrutturazione in corso, i volumi sono custoditi presso la sede centrale della Cassa di Risparmio di Asti S.p.A. Pur fra disagi notevoli, tuttavia, non è stata sospesa l’attività scientifica e vi fanno riferimento, per ricerca, studenti e studiosi provenienti dall’Italia e dall’estero.
ARCHIVIO ALFIERIANO
Di grande valore è la raccolta di manoscritti alfieriani (oltre 3000 carte), provenienti dall’Archivio Civico di Asti, dalla Bibliothèque Municipale di Montpellier, dalla famiglia Colli di Felizzano e da donazioni, come quelle della Cassa di Risparmio di Asti (raccolte Cora e Baillou). In anni recenti, sono stati acquistati autografi inediti dal mercato antiquario. Durante i lavori di restauro, l’Archivio è stato trasferito da Palazzo Alfieri alla sede centrale della Cassa di Risparmio di Asti.
ARCHIVIO RELATIVO ALLE FAMIGLIE NOBILIARI PIEMONTESI
E’ di proprietà del Centro, inoltre, un cospicuo fondo di documenti cartacei e atti notarili riguardanti famiglie nobiliari astigiane (XVII-XVIII sec.). Accolto presso l’Archivio di Stato di Asti per il periodo dei lavori di restauro.
MUSEO TEATRALE
L’allestimento del passato comprendeva fotografie di scena, modellini scenografici, costumi e bozzetti dello scenografo Eugenio Guglielminetti, relativi ad allestimenti di opere alfieriane degli anni Cinquanta e Sessanta. Il progetto di riallestimento prevede un ampliamento dello spazio disponibile, con la creazione di una sala espositiva per mostre temporanee e una possibilità di collaborazione continuativa con la Fondazione Guglielminetti, di recente costituzione, della quale il Centro fa parte, con altri Enti astigiani.
APPARTAMENTO DEI PRIMI ANNI DELL’INFANZIA
Comprende le stanze dell’appartamento in cui Alfieri nacque, con arredi tardo settecenteschi e ottocenteschi, attualmente in restauro. Fra i dipinti, tutti in restauro, i ritratti dei nonni materni, della madre, della sorella Giulia, della Contessa d’Albany ecc. Di notevole interesse il ritratto di Alfieri del 1797, opera del pittore F. X. Fabre, ospitato per il periodo dei lavori nel Palazzo, come il fondo antiquario della Biblioteca e il fondo di Archivio, presso la Sede Centrale della Cassa di Risparmio di Asti. Interessante è la collezione di stampe, un’ottantina fra incisioni e litografie, del XVIII-XIX secolo, alcune di bulinisti noti. Fra i cimeli, orologi da tavola e da tasca, un bastone con manico d’avorio, uno spadino, un frustino, una bardatura di cavallo, una ciocca di capelli di Alfieri.
Scopri i luoghi Alfieriani ad Asti
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