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Castello Gancia ex Scarampi-Crivelli

Indirizzo: Canelli, Via al Castello 33

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Attualmente proprietà privata della famiglia Gancia, ha una storia antica e importante.
Edificato a difesa della via commerciale che univa Asti al porto di Savona, nel corso dei secoli, l’edificio, ammodernato e ampliato, è impreziosito da elementi architettonici e scultorei.
Gli Asinari, acquistato il feudo di Canelli nel 1335, non modificarono l’assetto del castello, ma i loro successori, gli Scarampi, sensibili al fascino della civiltà rinascimentale, apportarono importanti migliorie e «ammodernamenti» tra il XV e il XVI secolo, di cui rimangono eloquenti frammenti scultorei ed architettonici miracolosamente pervenuti sino a noi.
Il Castello, con le sue fortificazioni, verrà in gran parte smantellato nel 1617 durante la guerra di successione del Monferrato dalle truppe spagnole ma alcune strutture devono essere rimaste inglobate nelle ricostruzioni successive.
Così il Ghilini narra il fatto: «…la presa di questi luoghi diede occasione al Marchese di Mortara di abbandonare Canelli e ritirare la sua gente dalle Langhe… e poscia alli 20, giorno di San Bernardino, diede ordine che si facesse una mina al castello di esso luogo… spettacolo veramente degno di compassione, poiché quel castello per bellezza e fortezza potevasi pareggiare a qualsiavoglia altro, e aveva tutte le qualità ed eccellenze che possono fare egregio e segnalato un luogo: tra le altre delizie che lo rendevano meraviglioso era particolare il giardino, d’ogni sorta di frutti e di delizie copioso…»
L’opera di ripristino iniziò subito e già prima del 1626 «esso luogo in questi momenti di guerra si è fortificato, et si sono reparate le muraglie attorno».
Il castello, secondo il Vergano, venne riedificato a partire dal 1676 ad opera di uno degli ultimi Marchesi Scarampi Crivelli; anche se più che di una riedificazione si trattò di un «restauro», con abbellimenti, operato sulle riparazioni eseguite dopo i danni del 1617.
Interessante è la descrizione del castello, eseguita all’atto della consegna ai Galleani, che, paragonata alle piante dei lavori di restauro operati dall’architetto Midana, negli anni 1929-30, pare confermare che il castello giunto sino a noi sia quello seicentesco. Questa è la descrizione: «Castello consistente in una grotta al piano terreno, cucina con tre stanze al di sopra, mezzo rovinate dai soldati francesi; salone a sei stanze al piano nobile e altre sei stanze all’ultimo piano… »
Il complesso nel 1929 venne acquistato dalla Famiglia Gancia e nel 1930 l’arch. Arturo Midana fu incaricato della sua ristrutturazione. Il progetto dell’architetto comportò l’aggiunta di due ali alla pianta quadrata originale, attribuendo al castello un rigore simmetrico ed allo stesso tempo un richiamo agli antichi torrioni. Nei due nuovi corpi trovano collocazione prevalentemente appartamenti e servizi, lasciando in questo modo pressoché intatti gli altri vani originari. Gli intenti del Midana furono quelli di attribuire al castello lo stile della fine del ‘600, e fu così pure per gli interni, dove un’attenta ricerca per gli arredi dell’epoca dona ai locali una armoniosa varietà di ambienti; le decorazioni del pittore Olindo e numerosi stucchi policromi a soffitto sono anch’essi in stile seicentesco.
Importante fu la sistemazione esterna delle aree circostanti; la creazione del giardino all’italiana riporta infatti l’edificio agli splendori seicenteschi, come il Ghilini riferisce nei suoi scritti; la portineria, ricavata dal terreno scosceso verso strada, è armoniosamente collegata ad una piccola cappella esistente. Al lato opposto un vecchio fabbricato fu adattato dal Midana ad uso autorimessa.
Il risultato ottenuto è di un rigoroso rispetto per quello che poteva essere il castello prima che le truppe spagnole lo smantellassero.

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