« … e l’esultante di castella e vigne suol d’Aleramo » (Giosuè Carducci, Piemonte)
(Monfrà [mʊɲ’fra] in piemontese)
Il suo territorio, quasi esclusivamente di natura collinare, è compreso principalmente all’interno delle province di Alessandria e Asti.
Si estende verso sud a partire dalla destra idrografica del Po sino a giungere ai piedi dell’Appennino ligure sul confine con la Provincia di Genova e la Provincia di Savona e confina con altre regioni geografiche storiche del Piemonte appartenenti alla Provincia di Cuneo, ossia le Langhe e Roero.
Vi sono varie interpretazioni e ipotesi sull’etimologia della parola “Monferrato”, ma ad oggi nessuna certa. Tra tutte ricordiamo: quella sostenuta da Aldo di Ricaldone che la farebbe derivare da “Monte” e da “farro”, una varietà di frumento; un’altra secondo la quale deriverebbe dal latino “Mons ferax”, cioè monte fertile e ricco; un’altra ancora farebbe riferimento ai ferri lasciati dai Romani nella loro conquista, da cui “Mons ferratus”; infine un’interpretazione deriverebbe da una leggenda secondo la quale Aleramo, volendo ferrare un cavallo e non trovando i materiali adatti, usò un mattone (“mun” in monferrino) e così il cavallo fu ferrato “frà”: da qui il nome Monferrato.
Il Monferrato può essere distinto in tre porzioni principali:
- Basso Monferrato (o Casalese): morbide colline che, ad esclusione del Sacro Monte di Crea (455 m), non raggiungono mai altezze superiori ai 400 metri; la parte della provincia di Alessandria attorno a Casale Monferrato (l’antica capitale del Monferrato). Viene delimitata a nord e a est dal corso dei fiumi Po e Tanaro. Comprende Murisengo, San Giorgio Monferrato, Vignale Monferrato.
- Monferrato Astigiano (o Basso Monferrato Astigiano): tutta la Provincia di Asti (ad eccezione delle Langa Astigiana); conformazione prevalentemente collinare e diversi borghi storici quali Nizza Monferrato, Cortanze, Cocconato, Montiglio e Canelli. Asti è il cuore geografico di questo macro-territorio, delimitato a sud dalla valle del fiume Belbo e ad ovest approssimativamente dal percorso del torrente Versa e alla cui destra orografica è situato l’Astigiano. Il punto più alto del territorio è la collina di Albugnano a 549 metri s.l.m. Comprende anche Castellero, Costigliole d’Asti, Casorzo, Castagnole Monferrato, Castelnuovo Don Bosco, Calosso, Moncalvo (antica prima capitale del Marchesato del Monferrato) , Montemagno.
- Alto Monferrato: verso sud a partire dalla Val Bormida sino a lambire i piedi dell’Appennino Ligure; viene delimitato ad ovest dalla valle della Bormida di Spigno e ad est dalla porzione occidentale della media valle Scrivia. Il centro principale è Acqui Terme.
Il Monferrato è una delle più note regioni vinicole italiane nel mondo, soprattutto per quel che riguarda i vini rossi e gli spumanti. La viticoltura è dominante in tutto il territorio, facendo diventare il vino non solo un elemento di ricchezza economica dell’intera regione ma anche e soprattutto un vero simbolo della cultura e della tradizione Monferrina. La capillare diffusione dei vitigni autoctoni e conseguentemente di una molteplice varietà di vini, ne sono testimoni. Fra i vini (DOC e DOCG) i più celebri sono:
- Vini rossi
- Barbera d’Asti
- Barbera del Monferrato
- Dolcetto d’Acqui
- Dolcetto d’Ovada
- Grignolino d’Asti
- Grignolino del Monferrato Casalese
- Rubino di Cantavenna
- Ruché di Castagnole Monferrato
- Freisa d’Asti
- Vini bianchi
- Cortese di Gavi
- Vini spumante o da dessert
- Asti spumante
- Brachetto d’Acqui
- Malvasia di Casorzo
- Malvasia di Castelnuovo Don Bosco
- Moscato d’Asti
Oltre alla viticoltura attività importanti per l’economia del Monferrato sono l’agricoltura (nocciole, frutta), l’allevamento (carni, formaggi) e la gastronomia (tartufi).
La cucina tipica del Monferrato oltre ai rinomati vini comprende una vasta gamma di cibi che vanno dalle carni, ai pesci, alle verdure, ai formaggi, e piatti tipicamente monferrini, che ormai hanno raggiunto una notorietà non solo nazionale ma anche internazionale. Fra questi ricordiamo, tra i primi piatti, gli agnolotti gobbi, i “Tajarin” (tagliatelle fini ricche di uova condite con sughi vari), i risotti del casalese, il riso ai funghi e quello al vino rosso, i minestroni di verdure, la polenta col merluzzo fritto o “comodato”. Degna di menzione e soprattutto molto conosciuta è la Bagna càuda. Tra le carni ricordiamo trippe, zampini (batciuà), ceci con la testina, coda di bue (oggi cucinata col Barbera) e il salame cotto.
Tipici del Monferrato sono anche il vitello tonnato, l’insalata di carne cruda della tipica razza bovina piemontese (tritata fine col coltello e condita con soli olio, sale e limone), le acciughe al verde, l’insalata russa di verdure in maionese, i peperoni scottati alla fiamma, i fiori di zucchino ripieni, le numerose torte salate, il Fritto misto alla piemontese e il bollito misto di carne. Fra i dolci spiccano la panna cotta e il Bonet o Bunet, tipico anche delle Langhe, il cui nome deriva dallo stampo di cucina di rame stagnato, dentro cui lo si faceva cuocere, facendogli così acquisire la forma di un “berretto”.
Il Monferrato, assieme ad Alba, è anche conosciuto come zona di produzione del Tartufo bianco e molte sono le fiere al riguardo.
L’architettura fiorì nel Monferrato a partire dall’anno 1000 in avanti ed è ben visibile negli innumerevoli edifici, chiese, castelli e palazzi delle varie epoche molti dei quali ancora ben conservati. Fu influenzata da correnti romaniche, gotiche e rinascimentali prima di trasformarsi, a partire dal 1600 in barocco piemontese. Degno di nota Benedetto Alfieri (1707-1767) di Asti, considerato successore di Filippo Juvarra.