Indirizzo: Albugnano
Aggiungi ai Preferiti
Voto:
A Vezzolano circola voce che la bagna cauda, preparata anzichè con l’aglio con il peperoncino piccante selvatico, sia stata servita niente meno che a Carlo VIII di Francia, intorno al 1495, diventando, di fatto, “la bagna cauda di Albugnano”.
Il sovrano era ospite dei Solaro di Moncucco ed è probabile che fosse ricevuto a tavola anche dai canonici di Santa Maria; probabilmente il re di Francia, infermo per vaiolo o per sifilide, fu curato e guarito dal canonico-cerusico-erborista dell’abbazia. Con che erbe? Con quali medicamenti? C’è chi azzarda con una taumaturgica bagna cauda.
Sta di fatto che proprio a quegli anni risale la presenza, nel trittico sopra l’altare, dello stemma di Albugnano, scudo rosso gigliato oro, accanto alla figura che viene interpretata come quella di Carlo VIII. L’ipotesi graziosa è che il re, riconoscente, abbia concesso lo stemma ad Albugnano che, a sua volta riconoscente, lo abbia fatto immortalato nella celebre abbazia.
La bagna cauda di Vezzolano è chiamata anche “bagna cauda dell’amicizia”, come dire che, di fronte alla “sciunfetta” e al vino buono era più agevole diventare amici: persino re e monaci, potere temporale e potere dello spirito.
Condividi:
- Clicca per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
- Clicca per stampare (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Clicca per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Clicca per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Clicca per condividere su Google+ (Si apre in una nuova finestra)