Indirizzo: Loazzolo
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Dei 150 ettari circa di terreno coltivato a moscato solo tre sono quelli prescelti per donare questo vino dalle qualità eccezionali. Sono vecchi vigneti, esposti a sud, ancora piantati sui muri di pietra, nei ritagli di terra strappati al bosco e alla macchia. La vite qui dà poca uva, ma migliore, più zuccherina. L’uva, scelta grappolo per grappolo, viene stesa sui graticci e appassisce perdendo acqua e concentrando aromi e profumi. Anche le operazioni di pigiatura sono effettuate con sistemi tradizionali e assolutamente soft, per impedire che si rompa l’armonia olfattiva e gustativa del vino. Un grande vino da meditazione, da gustare da solo o in abbinamento a formaggi piccanti come la robiola caprina molto stagionata o a fine pasto come suggello di una cena sontuosa.
Un tempo era di uso comune mettere a posa alcuni prodotti della campagna per conservarli e gustarli anche fuori stagione. I fichi secchi, i pomodori essiccati al sole e poi messi nei barattoli di vetro con un favoloso bagnet, le tume asciugate su paglia e poi riposte nell’olio e nel latte o tra le foglie verdi del cavolo, l’uva moscato, raccolta quando era giunta a giusta maturazione ed appassita su graticci di canne che la facevano conservare fino a Pasqua, erano prelibate delizie per il mondo contadino fino a qualche decennio fa. Ed è così che, dopo specifiche ricerche, nel 1985 sono state prodotte le prime bottiglie di Moscato Vendemmia Tardiva. Fu subito un successo, nacque il Forteto della Luja, iniziarono i riconoscimenti a livello nazionale.
Nel 1992 è giunto l’ambito riconoscimento della denominazione d’origine controllata. E’ la doc più piccola d’Italia e, forse, del mondo.
scheda tecnica
Riconoscimento D.O.C.: D.M.14 aprile 1992;
Vitigno: Moscato bianco
Colore: giallo dorato brillante;
Profumo: complesso, intenso con sentori di muschio e vaniglia, frutti canditi;
Sapore: dolce, caratteristico con lieve aroma di Moscato;
Titolo alcolometrico volumico minimo complessivo: 15,5 gradi di cui almeno 11 svolti;
Invecchiamento minimo per legge: due anni di cui almeno sei mesi in botti di legno di capacità non superiore a 250 litri
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