E’ uno dei più apprezzati musei della civiltà enoico-contadina.
Nel museo si trovano i vari tipi di recipienti, come bicchieri e calici, spessi per durare nel tempo, pinte straordinarie, quarti di brenta soffiati nel vetro scuro di Poirino, solidi mastelli per tirare il vino e tini dove l’uva fermentava, grandi botti di cantina e i barlet omaggio per mediatori e carrettieri che avevano misure molto varie, perchè rapportate alla generosità dei contadini.
Al Museo Bersano sono presenti anche bellissimi torchi del ’600- ’700 a vite centrale discendente. Vi sono anche dei torchi, detti alla genovese, muniti di due grandi viti verticali. La loro maestosa semplicità è simbolo di dedizione al lavoro vignaiolo.
Fra gli attrezzi sono presenti anche zappe, secchie, paioli, mortai, setacci, zangole, moschiere in vetro, lanterne e zucche cave per portarci l’acqua.
Le raccolte datano un’epoca più recente rispetto alle Contadinerie: sono degli anni ’60 e raccontan quattro secoli di stampe ed etichette rare.
Nell’ombroso e ricco cortile interno del Museo, si aprono le ricostruzioni di cantine antiche, non mancano sorprese, tra le quali una autentica locomotiva a vapore.
Vi sono etichette di tutti i tipi: dipinte a mano, con caricature, stampate con caratteri estremamente sofisticati.
Tra le rarità: Il Figliol Prodigo di Callot, due stampe dei disegni di Watteau, le caricature francesi di Daumier, Gavarni, Travies, le acquetinte inglesi su pergamena.
Il museo organizza spettacoli, serate culturali e ospita la Confraternita della Bagna Cauda.
Fu istituito, insieme al prestigioso “Premio Paisan Vignaiolo”, dall’avv. Arturo Bersano (morto nel 1978), fondatore dell’omonima azienda vinicola, una delle maggiori della provincia. Arturo Bersano diede vita a uno dei più apprezzati musei della civiltà enoico-contadina. Egli promosse tale iniziativa con l’intento di conservare ai posteri i principali strumenti del mondo agricolo prodotti nella campagna monferrina e langarola.
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